Potrei parlare di mille cose ma in realtà abbiamo la necessità di alzarci in piedi e, se i brividi e il singhiozzo lo consentono, applaudire il señor Nadal.
Ho già avuto modo di dirlo, di condividerlo e ancor più di provarlo. Per me don Rafael è un mostro. Aspettate un attimo: un M O S T R O. Lasciamo a parte il record di grandi slam di tutti i tempi e lo status di GOAT che sta raggiungendo o ha raggiunto. E’ talmente grande che possiamo prescindere da tutto ciò.
Quello che di più mi affascina è la sua mentalità. Fa paura. Non mi riferisco alle sue qualità tecniche. Fa paura. Non hai paura di perder la partita. Fa paura fisica. Hai il timore che ti faccia male. Mi sembra che gli avversari e le avversità in generale non siano nemmeno un ostacolo ma una leva per impulsarlo verso la mitologia.
Sempre al di la delle scuse, alla ricerca della performance senza scendere a compromessi. Don Rafael è un esempio. Avrei quasi paura di conoscerlo per magari dover scoprire che mentre noi dormiamo non aiuti le vecchiette ad attraversare la strada, non pianifichi come terminare la fame nel mondo, non sia lui in persona a rattoppare il buco nell’ozono o che la mano che utilizzò El Diez per fare goal il 22 giugno 1986 non sia la sua.
Si, ve l’ho già proposto ma…preghiamo.
Dios RAFA!!!
Le letture del 2022 sono iniziate con il Simposio di Platone. Questo parla dell’amore. Mi è piaciuto particolarmente l’espediente di dar voce attraverso vari personaggi a distinti punti di vista. Mi è risultato meno interessante rispetto all’Apologia di Socrate ma pur sempre una lettura valida.
Trilogia della citta di K. è un libro che scorre veloce. Interessante, avvincente e curioso per gran parte (almeno la prima e la seconda) ti stordisce nella terza. Difficile stargli dietro e scoprire chi sia chi, chi stia parlando, chi esista e chi meno. Mi ha ricordato un po’ quando si arriva ad un certo punto di Fight Club e si realizza perchè Marla se la prendesse per certe risposte di Tyler Durden piuttosto che della voce narrante.
Maurensig mi ha sopreso con il suo “La variante di Lünenburg“. Qualcuno me lo aveva consigliato, ne ho letto la prima pagina e gli ho subito sussurrato: “tu vieni a casa con me bocconcino” (e no, non è la frase che uso agli autogrill per rimorchiare i camionisti). Un incrocio tra thriller, un libro che tocca varie corde della competizione patologica nel mondo degli scacchi e un romanzo storico sulle vicende dell’olocausto. Il tutto in una dimensione molto abbordabile. Mi è piaciuto parecchio.
Ultimo, “Uccidi i tuoi amici” di Niven. Ero alla ricerca di un saggio che mi suggerisse come comportarmi con alcuni di voi, ho visto il titolo e mi ha subito ispirato. Cazzate a parte…ecco quando inizio con sta frase dovrei proprio fermarmi. Grosse cazzate a parte, un Nick Hornby con più droga molto più sesso (a pagamento) e disco music. Sboccato, irriverente, maleducato. Bello se non fosse che mi sembra manchi un po’ di trama. E’ leggero nel significato. Offre uno spaccato su una realtà senza partire né arrivare a punti precisi. Intrattenimento puro senza seconde letture. Che di per se non è poi neppure così male a volte.
Conquista la vittoria più inaspettata della sua carriera. In rimonta. 5 ore e 24 minuti. Cinqueoreeventiquattrominuti. E che fa?!?! Prima di farsi la doccia va in palestra a fare 12 minuti di bici per sciogliere le gambe, per sentirsi meglio in allenamento il giorno dopo.
Dios RAFA. Preghiamo.