Parto con dubbio su queste mail: sarebbero migliori se avessero un template? Tipo uno sfondo carino e colorato sul quale trovate il contenuto scritto. Non so nemmeno perché me lo stia chiedendo ma me lo sto chiedendo. Probabilmente la risposta è un: “non esagerare”. Per ora rimangono così.
Avete visto il film “catch me if you can”. Leonardo DiCaprio impersona un delinquente che con grande astuzia riesce a farsi passare per ruoli più o meno di rilievo senza averne alcuna autorità e ricavandone un profitto incredibile. Bene, quell’ex delinquente è Frank Abagnale. Risulta che Frank (mi pare grazioso chiamare per nome persone famose che non conosco. Mio figlio è convinto che David sia un amico di papà che suona nei Pink Floyd) è ancora vivo e vegeto. Nel discorso che fa a Google lascia intravedere quale possa essere l’enorme potere dell’ingegno per raggiungere risultati che ai più sembrerebbero inimmaginabili.Il fatto che per i primi anni della sua vita abbia utilizzato e allenato le sue capacità per fini non leciti e che nei seguenti 30 e passa anni con gli stessi talenti si sia messo a disposizione di cause che alcuni definirebbero più nobili risulta un dettaglio che non riesce per il momento ad intaccare il fascino che una mente brillante suscita in me.
Vorrei indagare l’intermittent fasting. Ma in maniera “seria”. Si trovano un sacco di “guru” che in base alla propria esperienza di 30 giorni ne estrapolano leggi universali da diffondere basandosi più su una grossa confidenza in se stessi e sulla voglia di crearsi un seguito che su basi scientifiche. Non comprendo, è qui non faccio critica ma denuncia della mia ignoranza, come si possa ancora essere alla mercede di “venditori di superstizioni” piuttosto che avere certezze basate su qualcosa di più solido. Se qualcuno ha qualche spunto su idee in merito all’intermittent fasting…si accettano consigli, indicazioni di libri, articoli scientifici…
Sto leggendo “Endure” di Alex Hutchinson. Un libro che mi sta prendendo parecchio. Non lo consiglierei a chi non si sente attratto o incline alle prestazioni di resistenza (maratone, ironman e altre pazzie del genere) ma agli altri, avanti tutta! Per ora sono a metà e immerso nell’appartato che analizza le limitazioni alle prestazioni (calore, disidratazione, fatica periferica…) ma ho l’acquolina in bocca al sol pensiero di arrivare al terzo capitolo nel quale Alex tratta il superamento dei limiti.
Ho ultimato una prima stesura delle note di riassunto di “The Subtle Art of Not Giving a F*ck“. Come sempre, oltre a sperare che possano essere d’interesse, sono più che aperto a consigli, confronti, dubbi e quant’altro vi possa venire in mente. Sono lontane dall’essere definitive ma sufficientemente valide da far circolare.
Ho avuto la fortuna di incontrare almeno altri tre pazzi scatenati durante gli ultimi quattro giorni di lavoro. Sebbene sarei in difficoltà a doverne fare un identikit tipo, li identifico quasi subito ma soprattutto una volta che li aggancio non me li faccio scappare. Vi ho aggiunto alla lista dei nostri supereroi. Mi fa piacere condividere anche con voi e sono convinto che avete molto da dare.