Immagino che mai più d’ora nessuno (ma veramente nessuno) si stia chiedendo cosa diavolo io stia leggendo.In questa fase strana e per certi versi anche complicata, mi sono riavvicinato a libri che non necessariamente sono stati scritti con l’intento di insegnare qualcosa a qualcuno. Per un’altra parte marzo è stato il mese nel quale più che mai ho preso in mano dei libri per iniziarli e poi abbandonarli. Non so perché ma fino a poco tempo fa la cosa mi dava qualche riparo, volevo arrivare fino in fondo a tutti i costi. Ora la cosa è diversa, gli do una cinquantina di pagine di prova e se non quaglia torna da dove è venuto.Ma veniamo a noi, ho letto “A volte ritorno” di John Niven e…mi è piaciuto! Consigliato da un libraio di quartiere (si esistono ancora e sono la versione umana delle stelline su Amazon) alla richiesta di qualcosa di irriverente e sarcastico, direi che ha fatto veramente centro. AVVISO PRECAUZIONALE PER I CREDENTI PERMALOSI: da qui in poi leggete con attenzione! Il libro è un racconto di come Dio, infuriato per le cazzate che noi siamo stati in grado di fare su sta terra (e spesso in nome suo), rimandi giù suo figlio per vedere se riesce a farci entrare in testa il fatto che al barba non frega un beneamato se noi crediamo in lui o meno, o se la domenica andiamo in chiesa piuttosto che allo stadio. A lui interesserebbe solo che noi facessimo i bravi. Il fatto che Dio, e tutta la sua famiglia, si sbronzino, fumino e bestemmino (solo quando necessario, sia chiaro), si incontrino con satanasso per arrivare ad accordi o sbeffeggiarsi a vicenda…beh, a mio avviso non fa altro che avvicinarci a una visione più probabile della divinità.
A seguito di questo ho letto “Socotra” di Jordi Esteva. Un libro di viaggio…quanto mi stanno attirando e piacendo ultimamente! Sarà perché confinati e quindi il viaggio rappresenti il massimo della trasgressione ma ora come ora ho riscoperto un piacere incredibile nei confronti dei libri di viaggio.
Era anni che aspettava nella mia libreria…ora, in quarantena, era arrivato il tempo di divorarlo.Per la serie, impariamo qualcosa…”PEAK, the new science of athletic performance that is revolutionizing sports” di Marc Bubbs. Un piacevole sussidiario (ve li ricordate? esistono ancora? ahhhh!) in merito alle aree fondamentali per l’ottimizzazione della performance psicofisica nello sport d’alto livello. Mi aveva catturato con la sua descrizione dell’ “expert-generalist”, il conduttore d’orchestra, la persona in grado di comunicare e coordinare tutti gli specializzati nei vari campi della performance pur senza esser lui uno specializzato in un ambito in particolare. Insomma mi sembrava una foto molto vicina al ruolo sul quale sto lavorando da qualche anno, che vorrei fosse maggiormente compreso e riconosciuto e che mi piacerebbe ricoprire con ancor maggior responsabilità in futuro. Anche qui mi ci sono tuffato a capofitto ma in questi tipi di letture vado decisamente più piano e con un maggior dispendio di energie per pagina rispetto agli altri libri. Nulla di rivoluzionario (come invece promesso dal sottotitolo) ma sicuramente interessante.In futuro mi piacerebbe prodigarmi in una serie di chiamate per condividere ciò che io possa aver preso su questo libro per chi fosse interessato…seguiranno aggiornamenti.Per il resto, si lavora a ritmi ridotti e ci si gode le piccole cose di una vita tranquilla e semplice di chi ha la fortuna di potersi solo lamentare di dover rimanere a casa.
P.S.: Tutti me lo chiedono…”Insomma? L’hai visto? Che ti è parso? Dai è il buon vecchio MJ!”…lasciatemi in pace. Non ho ancora visto “The last dance”.