Eccomi bella gente (non tutti s’intende),
Ho difficoltà a consigliare un libro perché ho l’impressione che in qualche misura sia qualcosa di intimo, di difficile…un po’ come suggerire a una persona un profumo. Tanto più che vedo dietro alla lettura sempre un investimento di una discreta quantità di ore che non sempre mi sento di orientare in un altro.A questa premessa segue il fatto che non credo che “I miti dei nostri tempi” di Galimberti sia un libro per tutti, che vada bene sempre e comunque. In ogni caso, cazzo signore e signori (si, quando inizio le frasi con certi articoli metto sempre prima le esponenti del gentil sesso), siamo difronte a un cintura nera di analisi di ciò che ci circonda e del pensiero umano. Come sempre, questa mia impressione è assolutamente influenzata dal bagaglio di ignoranza che mi porto dietro e sul quale faccio leva come fosse un asta per saltare oltre al mio io attuale. Insomma, con questo libro spesso torno indietro, parlo tra me e me, faccio fatica…tutti buoni segni. Avanti tutta che si cresce. Sono sempre più vicino a sbocciare.
Ho letto “Il Budda Delle Periferie” di Hanif Kureishi. Figo. Pungente, diretto, irriverente, ironico/sarcastico (non so bene la differenza tra i due). Bello, se vi piacciono le cose schiette e non avete paura di sentir dire (o in questo caso che il personaggio di un libro dica) ciò che si pensa…bello! Mi ha ricordato in un certo senso John Kennedy Toole e la sua “Banda di Idioti”. Anche quello mi era piaciuto parecchio.
Mi sono concesso una serata con David Foster Wallace e il suo “This Is Water“. Carino, breve. Superficiale o profondo? Dipende un po’ da noi. Dal momento nel quale ci incontra. Dall’importanza che noi stiamo dando a questo tipo di discorsi in quel preciso periodo. A me è piaciuto. Vale la pena di investirci un’ora. Di che si tratta? “Alcuni pensieri, consegnati in un’occasione significativa, sul vivere una vita compassionevole” (questo è il sottotitolo…se lo dice lui sarà pur vero). Osservare e valutare le cose, le persone e le situazioni che ci circondano e alle quali spesso non facciamo caso. Vivere la propria vita in maniera cosciente. Insomma, se in questo periodo vi vanno di più i saaggi su come i nani siano una delle sette che governano i poteri forti della nostra economia o sul perché bisognerebbe iniziare a promuovere delle sale insonorizzate nelle quali ci sia musica rock a palla in ogni edificio pubblico…questo libro al momento non fa al caso vostro. Altrimenti…Piccola avvertenza, ho visto che esiste una versione italiana titolata “Questa è acqua”. Ho solo sfogliato quest’ultimo e non si tratta dello stesso libro. Più o meno interessante non lo so ma non lo stesso.
Sto leggendo “The Culture Code” di Daniel Coyle. Nulla che possa interessare a chi non interessano queste cose. E queste cose sono: organizzazione di un gruppo di lavoro, formazione di una squadra, perché in alcuni posti lavorare sembra figo mentre in altri una completa tortura. Insomma roba di lavoro e orientata a far star meglio me e chi mi circonda. Sono all’inizio, seguiranno aggiornamenti.
Veniamo a lui…uno dei Cannibali. E’ venuto a mancare Kobe – SILENZIO – Mi dispiace molto per la sua famiglia e per l’ispirazione che avrebbe potuto continuare a fornire una bestia come lui. Persona OSSESSIONATA dalla crescita e dalla vittoria. Per quelli come me, un faro, un’ispirazione e allo stesso tempo il campanello di allarme che risuonando vuol ricordarmi “ancora non sei un cazzo, si può fare molto meglio”. Personalmente non ho avuto la fortuna di conoscerlo ma quando sento quel “Job finished? I don’t think so” mi viene la pelle d’oca e vorrei piangere. Se parliamo di etica del lavoro, sforzo, competitività e voglia di migliorare…signori e signore in piedi…è standing ovation!
Volete vedere quello che succederebbe se Gesù (per quelli che non lo sapessero, quelli che ci credono raccontano fosse un tipo particolarmente dotato) giocasse a tennis e avesse appena vinto una partita immeritatamente. Preghiamo.